“Mio figlio ha paura del buio”. “Mio figlio ha paura dei cani”. “Mio figlio ha paura dei temporali”.
Chi non ha avuto paura almeno una volta nella vita, alzi la mano.
La paura è antica quanto l’uomo, è parte del nostro patrimonio genetico. Inoltre è un campanello d’allarme interno che ci segnala la presenza di un pericolo o di una minaccia nel mondo esterno. Ha il pregio di segnalare i pericoli e di attivare comportamenti di protezione come la fuga o l’attacco. Una persona senza paura non sopravvive a lungo.
Nonostante la paura sia di tutti e spesso compare per salvarci la vita, siamo poco indulgenti verso chi la manifesta. Non di meno, i bambini. Che piangono perché hanno paura di mostri e fantasmi, magari nascosti sotto il letto o nell’armadio; o del buio quando si tratta di andare a dormire; degli animali, degli estranei, delle malattie, del dottore o di andare a scuola.
I bambini crescendo acquisiscono capacità che consentono loro di gestire la paura in modo autonomo: cambiano i contenuti delle paure, ma anche le modalità per farvi fronte. Perché ciò sia possibile, è necessario che un adulto significativo si ponga nei confronti del bambino come una fonte di supporto emotivo e cognitivo: genitori ed insegnanti possono non solo aiutare il bambino a valutare il pericolo e l’adeguatezza della propria reazione, ma anche insegnare ad affrontare le situazioni che più generano ansia.
E’ necessario quindi che gli adulti siano attenti all’insorgere di una serie di segnali che possono accompagnare l’emergere di una paura: si tratti di pianti più o meno intensi e prolungati, di incubi notturni o dell’isolamento nelle attività di gioco e nei processi di socializzazione.
QUALI AZIONI POSSIAMO METTERE IN ATTO PER AIUTARE NOSTRO FIGLIO A DIVENTARE ALLEATO (E NON VITTIMA) DELLA PAURA?
- Lascialo esprimere, chiedigli senza forzarlo di raccontare le emozioni e le fantasie che lo inquietano. Riuscire a parlarne e sentirsi accolto riduce la tensione e aiuta ad affrontare il problema.
- Presta particolare ascolto nei momenti di crisi o di passaggio, come la nascita di un fratello/sorella, l’ingresso in una nuova scuola, un trasloco o un lutto. Spesso i bambini imparano a reprimere le proprie paure, a viverle in silenzio per compiacere le figure di riferimento, per non preoccuparle o inquietarle.
- Prendi sul serio le paure di tuo figlio. Aiutalo a dare un nome alle emozioni che vive. Tutte sono legittime e piene di valore, è fondamentale che il mondo adulto attribuisca loro credito. Questa è la condizione principale perché un bambino si fidi di noi, rispettarne sempre le emozioni anche quando queste ci paiono assurde e irrazionali.
- Educalo a comportamenti positivi: meglio è proporre degli eroi positivi attraverso favole e fiabe che sconfiggono i cattivi grazie alle loro doti di bontà e gentilezza. Raccontare delle fiabe prima che si addormentino li aiuta a vincere le paure del buio e della notte, le loro ansie di separarsi dai genitori. Il bambino nelle fiabe trova svariati esempi di come le paure possono essere superate e di come le difficoltà e i pericoli possono essere risolti. D’altra parte le fiabe insegnano al bambino che i problemi e le paure fanno parte di qualsiasi cammino di crescita. Quando un padre o una madre raccontano una fiaba al proprio figlio, il bambino si sente capito nei suoi desideri più intimi e nelle sue peggiori paure, comprende che diventare grande significa dover affrontare compiti difficili ma anche vivere avventure meravigliose.
- Evita di dire: “Affronta la paura, devi essere forte”. Spingere un bambino a viso aperto contro una paura è sbagliato, perché può trasformare la paura in terrore e ingigantire il problema. Per superare una paura spesso ci vuole tempo e pazienza. Bisogna rispettare i tempi e le modalità del bambino. Ricordiamoci che potrà superare i suoi timori solo se sceglie personalmente di farlo: il quando e il come lo sceglierà lui. E’ fondamentale che non ci siano pressioni ansiogene da parte nostra, altrimenti si sentirà costretto più dal nostro desiderio che dal suo, e la costrizione genera paura.
- Presta attenzione alle tue reazioni: i bambini ed i ragazzi sono influenzati dal nostro comportamento e la paura può essere molto contagiosa. I bambini vivono la realtà attraverso i significati del mondo reale che noi adulti trasmettiamo loro.
Leggono la realtà con i nostri occhi, con gli occhiali che i genitori, i nonni e gli adulti di riferimento gli forniscono. Quindi, alcune paure dei bambini sono apprese per imitazione: molti adulti, infatti, pur senza rendersene conto, trasmettono le loro ansie e proiettano i propri allarmi ai figli. Essi, così, incominceranno a temere i temporali, l’aereo, il dentista, i ladri, le ferite, gli aghi allo stesso modo dei grandi e a imitazione del loro comportamento. - Comunica loro che la paura fa parte della vita. E’ fondamentale trasmettere ai propri figli la certezza che la paura fa parte della vita di tutti i giorni “che anche noi quando eravamo bambini abbiamo provato paura e continuiamo ad averla anche da adulti”, ma che può essere affrontata e superata con serenità.
- Evita di rassicurarlo in maniera eccessiva, potresti convincerlo che c’è veramente qualcosa da temere. L’iper protezione non favorisce la formazione del coraggio. La nocività delle paure nei bambini non è direttamente proporzionale all’intensità della situazione di pericolo temuta, quanto piuttosto all’intensità del vissuto di solitudine con cui queste paure nei bambini vengono affrontate. Spesso, infatti, si domandano: dov’è mia madre? cosa sta facendo mio padre? posso correre da loro? possono venirmi in aiuto? I bambini possono esprimere la paura in molti modi: con scoppi d’ira, irrigidimento del corpo, con l’aggrapparsi in modo esasperato alla figura di riferimento, evitando la situazione minacciosa.
- Ricorri a fiabe, filastrocche, favole, disegni: possono rappresentare degli ottimi strumenti per aiutare il bambino a proiettare, rappresentare, elaborare tutte le sue paure, determinando delle vere e proprie iniezioni di fiducia.
Un bambino che impara a riconoscere e gestire le proprie paure sarà un adulto più consapevole, sicuro di sé e con un’ottima autostima. Ma di questo parleremo in uno dei prossimi articoli.